nov. 012015
• Chronique par Luca Civelli dans Musica Jazz (novembre 2015)
Ci sono voluti diversi mesi prima che Bradford si lasciasse convincere a pubblicare i nastri di questo live. Bertrand Gastaut, produttore della francese Dark Tree, ha condotto le trattative a distanza, resistendo alle controproposte spesso allettanti del trombettista e cornettista di Cleveland. Il risultato delle lunghe negoziazioni è un documento prezioso, registrato al Caltech di Pasadena di fronte a un pubblico di più di duecento spettatori, come ci dicono le note di copertina. Va subito spesa qualche parola per il libretto che accompagna il cd. Oltre alle note, firmate da Mark Weber, troviamo una serie di foto d’archivio commentate da didascalie estremamente dettagliate. Quanto alla musica, il concerto ci informa sullo stato delle cose musicali del Bradford-Carter Quintet nel pieno degli anni Settanta, a una decina d’anni di distanza dal loro primo incontro. La contemporanea presenza di due contrabbassi rinvia al Flying Dutchman « Self Determination Music », del 1970, ripubblicato quest’anno dalla Ace. In Come Softly, composto da Carter, e Love’s Dream e Comin’ On, ambedue a firma di Bradford, si assiste a dimostrazioni di interazione timbrica e ritmica tra Stanley Carter e Miranda. Note pizzicate e archetti seguono da vicino Jeffrey, rutilante e incontenibile soprattutto quando si tratta di assecondare il solista di turno. Le proprietà elastiche del quintetto sono rese evidenti da She, ove gli accenti bluesy di Bradford e i contrappunti di Carter al clarinetto si prolungano in una dimensione rallentata, quasi cameristica. Cornetta e clarinetto la fanno ancora da padrone in Circle: un flusso di energia acustica ormai prossimo ai quarant’anni.
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